I Papi a Pompei

La prima volta di un Papa nella città mariana risale all’ottobre 1979. Giovanni Paolo II era appena ritornato dal suo viaggio apostolico in Irlanda e nell'America del Nord. Durante la consueta Udienza Generale del mercoledì (10 ottobre 1979) ne diede egli stesso l’annuncio: «Per ringraziare la Vergine Santissima con maggiore fervore e per implorare la grazia della conversione e della pace, vi comunico ora con immensa gioia che domenica 21 ottobre mi recherò in pellegrinaggio al Santuario di Pompei». Era il primo abbraccio con le popolazioni del Sud d’Italia. Si realizzava in questo modo l’auspicio profetico dell’Avv. Bartolo Longo che, nel discorso inaugurale della monumentale facciata del Santuario (5 maggio 1901), aveva affermato: «Un giorno da quella loggia noi vedremo la bianca figura del Rappresentante di Cristo benedire le genti accolte in questa piazza, acclamanti la pace universale».Da quella loggia, prima della recita dell’Angelus, il Papa fece una particolare consegna ai giovani presenti in piazza: «Carissimi giovani! La vostra presenza, così numerosa, e il vostro incontenibile entusiasmo sono la conferma che il messaggio di Cristo non è un messaggio di morte, ma di vita; non di vecchiume, ma di novità; non di tristezza, ma di gioia! Ditelo ai vostri coetanei, a tutti gli uomini, con i vostri canti, con i vostri ideali, ma specialmente con la vostra vita!». Al termine dell’Angelus il Santo Padre si fermò a lungo con i giovani cantando in polacco. Quasi un anno dopo, il 26 ottobre 1980, Giovanni Paolo II riconosceva, a nome della Chiesa, lo straordinario percorso di vita, di opere e di santità dell’Avvocato Bartolo Longo (Latiano 10.02.1841 - Pompei 05.10.1926), con il solenne rito della Beatificazione. Quel giorno, in Piazza San Pietro, insieme al Fondatore del Santuario della Beata Vergine Maria del Rosario di Pompei e delle annesse Opere di carità, venivano proclamati Beati Suor Maria Anna Sala, delle Suore Marcelline, e don Luigi Orione, proclamato, poi, santo il 16 maggio 2004. Nell’omelia pronunciata per quell'occasione, il Santo Padre, presentando le caratteristiche dei tre nuovi Beati, a proposito dell’Avvocato pompeiano affermava: «Infine, ecco ancora Bartolo Longo, ... egli è l’apostolo del Rosario, il laico che ha vissuto totalmente il suo impegno ecclesiale… “l’uomo della Madonna”: per amore di Maria divenne scrittore, apostolo del Vangelo, propagatore del Rosario, fondatore del celebre Santuario in mezzo ad enormi difficoltà ed avversità; per amore di Maria creò istituti di carità, divenne questuante per i figli dei poveri, trasformò Pompei in una vivente cittadella di bontà umana e cristiana...». Un modello di santità laicale da conoscere, amare e imitare.
Fu ancora un giorno felice per Pompei il 16 ottobre 2002, quando, sul sagrato di San Pietro e davanti all’icona della Vergine del Rosario, da lui voluta per la particolare circostanza, Giovanni Paolo II consegnò alla Chiesa la Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae”, e indisse l’Anno del Rosario. Ben cinque volte - mai prima era avvenuto in un documento pontificio - il Papa citava il beato Bartolo Longo inserendolo nella grande schiera dei Santi che hanno trovato nella preghiera mariana un’autentica via di santificazione. Il secondo pellegrinaggio di Giovanni Paolo II, avvenuto il 7 ottobre 2003 a conclusione dell’Anno del Rosario, costituisce per Pompei quasi un testamento spirituale del Papa mariano, una consegna ed una missione per il Terzo Millennio dell’era cristiana: il Santuario mariano, centro internazionale d’irradiazione del Santo Rosario, deve essere, con la semplice e popolare preghiera mariana, avamposto d’evangelizzazione nel terzo millennio dell’era cristiana, luogo d’incontro tra popoli e culture, laboratorio di pace e luogo di accoglienza per gli uomini e le donne, soprattutto minori, vittime della povertà e del disagio sociale.
Anche il successore di Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI, volle venire pellegrino a Pompei. Era il 19 ottobre del 2008.
Accolto dall’Arcivescovo Mons. Carlo Liberati, Delegato Pontificio, e da decine di migliaia di persone, affidò “alla Madre di Dio, nel cui grembo il Verbo si è fatto carne” il Sinodo dei Vescovi, allora in corso. Ricordando, poi, la figura del Fondatore e Beato Bartolo Longo, ne sottolineò la radicale conversione, dicendo: “Dove arriva Dio, il deserto fiorisce! Anche il Beato Bartolo Longo, con la sua personale conversione, diede testimonianza di questa forza spirituale che trasforma l’uomo interiormente e lo rende capace di operare grandi cose secondo il disegno di Dio”.
Il Pontefice rilevò quale fosse il “segreto” di Pompei, terrà di amore e di carità: la preghiera del Santo Rosario. Queste le sue parole: “Questa preghiera ci conduce, attraverso Maria, a Gesù”. E più avanti: “Il Rosario è preghiera contemplativa accessibile a tutti: grandi e piccoli, laici e chierici, colti e poco istruiti”. E ancora: “Il Rosario è 'arma' spirituale nella lotta contro il male, contro ogni violenza, per la pace nei cuori, nelle famiglie, nella società e nel mondo”.
Dopo aver celebrato l’Eucaristia, il Santo Padre guidò la recita della Supplica e affidò il mondo intero nelle mani di Maria Santissima.

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